Attacchi di panico
L'attacco di panico ha un’origine squisitamente psichica ed è caratterizzato dall'insorgere improvviso di episodi di ansia ed angoscia intensi che sopravvengono senza alcuna prevedibilità e senza la possibilità di essere bloccati.
Si accompagna a forti manifestazioni neurovegetative, quali palpitazioni, tachicardia, vertigine, tremori corporei, diarrea o sudorazione eccessiva e soprattutto sensazione di soffocamento.
Nell'attacco di panico è il corpo a parlare della propria morte o, meglio, della propria agonia. Nelle persone che soffrono di attacchi di panico i circuiti neurovegetativi, che connettono la coscienza ai segnali del pericolo, sembrano talmente esaltati da diventare indipendenti da ogni controllo razionale. Il paziente ad un certo livello “sa” che non morirà, ma, nello stesso tempo, perde la capacità di arginare la paura e "crede" di morire.
E' possibile, infatti, isolare due momenti progressivi dell'attacco:
- il primo, in cui l'angoscia è ancora avvertita psichicamente;
- il secondo, in cui la partecipazione corporea è prevalente e il terrore diventa angoscia somatica incontrollata.
In ambito psicodinamico è noto che le fobie e gli attacchi di panico sono solo un sintomo di una situazione molto più complessa che rimanda all'intero psichismo della persona e che può essere esplorata attraverso il trattamento psicoterapeutico.